Per raggiungere le finalità dei diversi percorsi, con i miei clienti può capitare che mi avvalga dell’utilizzo di alcuni oggetti ad alto contenuto simbolico, in particolare nel mio studio di Bologna, ove dispongo di tutto il necessario. Il linguaggio simbolico espresso tramite l’uso di oggetti corrisponde a quello dell’inconscio e spetta a quest’ultimo decifrare l’informazione proveniente dal cosciente. L’inconscio, infatti, accetta il simbolo, dandogli la stessa importanza che darebbe ad un evento reale. Se i processi con cui una malattia si manifesta sono inconsci, anche quelli della sua guarigione lo possono essere (Jodorowski, 1997). In certi casi questo simbolismo è socialmente accettato e fa parte della nostra vita quotidiana senza che ce ne accorgiamo.
L’effetto terapeutico degli oggetti è dato dalle possibilità di lavoro fisico e d’investimento affettivo, inteso come uso intenzionale della capacità di proiettare contenuti affettivi su oggetti inanimati. Quest’investimento affettivo ha già di per sé un contenuto terapeutico poiché permette al soggetto di esternare un contenuto, spesso fastidioso, verso qualcosa presente nell’ambiente.
Esistono cinque categorie di oggetti terapeutici:
- Gli oggetti regressivi sono utili per elaborare traumi legati ad una perdita o ad una carenza e ricordano sensazioni rimosse legate al corpo. Questi oggetti permettono la costruzione e ricostruzione di stati neonatali o infantili, di una memoria “somatica” che, se recuperata, libera e rende disponibili le forze che la persona utilizzava nel bloccarla.
- Gli oggetti aggressivi sono quelli che permettono di scaricare l’aggressività. A questo scopo esistono cuscini, racchette, materassi, sacchi da pugilato, cerchi da pilates.
- Gli oggetti proiettivi riguardano tutti quegli su cui si possono proiettare esplicitamente dei vissuti. Con alcuni di essi è possibile fare delle personificazioni con lo stesso principio rappresentativo dello psicodramma. Ciò è molto utile nelle terapie individuali in cui non si ha a disposizione un gruppo. Ad esempio attraverso un peluche si possono indurre sensazioni riguardo ad altre persone o proiezioni di se stessi sull’oggetto.
- Gli oggetti deprivanti sono quelli che privano il soggetto di una o più capacità sensoriali. È risaputo che tramite la deprivazione di un senso, gli altri sono costretti a lavorare maggiormente. Ciò crea nel soggetto uno stato insolito che lo facilita a evocare nuovi ricordi di episodi in cui gli organi sensoriali, in quel momento non deprivati, hanno lavorato in prevalenza.
- Gli oggetti energizzanti sono quelli che aiutano la respirazione, una corretta postura e l’espressione dell’energia. Tra questi vi sono il cavalletto bioenergetico, la palla svizzera ed anche strumenti musicali come batteria e percussioni.